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Ci sono tanti modi di procedere quando si vuole descrivere un’idea, proporre un progetto o un servizio.

Io faccio più o meno sempre così:

  • Per prima cosa cerco di immaginare il contesto più ampio possibile, le conseguenze, le diramazioni, i soggetti interessanti o coinvolti, le opportunità ‘nascoste’, indirette, più lontane nel tempo
  • Penso all’idea anche quando non ci penso, in termini informatici si direbbe “tengo il task sempre in background”
  • Raccolgo materiale di supporto, articoli, libri e tutto quello che penso possa tornare utile per la stesura
  • Scarabocchio un sacco, prendo appunti che talvolta butto e poi riscrivo, se ho a portata di mano pennarelli colorati li uso volentieri anche se raramente disegno
  • Comincio a scrivere la prima bozza quando il quadro d’insieme nella mia testa diventa troppo complesso per ricordare tutti i particolari
  • Butto giù titoli e sottotitoli (alle volte solo quelli) e creo un indice
  • Modifico finché la lista non è completa e poi comincio a riempire le varie voci (in questa fase la scrivania è un campo di battaglia perché c’è sopra tutto il materiale raccolto)
  • Modifico ancora, perché scrivendo mi chiarisco le idee e quindi la struttura generale può cambiare e se necessario mi procuro altra documentazione
  • Cerco ispirazioni anche ‘fuori tema’, perché, alle volte, è così che arrivano le idee migliori
  • Lascio decantare il testo per un po’, possibilmente almeno un paio di giorni
  • Rileggo il testo con attenzione, correggo dove necessario e, soprattutto, cancello molto, perché le prime stesure sono spesso ‘troppa roba’ (non solo in letteratura)
  • Integro con ulteriori elementi, se durante il periodo di decantazione ne sono emersi di interessanti e, il più delle volte, cancello ancora qualcosa, semplifico ulteriormente qualche frase, verifico la leggibilità generale
  • se una parte del testo proprio non mi convince nemmeno dopo le correzioni e il periodo di decantazione cancello e riscrivo daccapo, eventalmente tenendo una copia cartacea del testo vecchio come riferimento; riscrivere spesso è la mia ancora di salvezza.

Sembra un lavorone e lo è, forse la cosa più difficile è proprio capire quando fermarsi, anche se il testo non sarà mai perfetto, perché ad ogni rilettura si trova qualcosa da migliorare.

A proposito scrittura come lavoro questa citazione di Conrad mi sembra proprio adatta per questo post:

«Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?»  Joseph Conrad

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