Prendo a prestito il titolo di un romanzo di Alice Basso, “Scrivere è un mestiere pericoloso” per dire che anche la scrittura professionale – non solo la narrativa – ha i suoi pericoli da evitare.
Secondo me i principali pericoli ai quali lo scrittore tecnico e professionale deve prestare attenzione sono questi:
- Copia e incolla selvaggio e incontrollato
- Compresenza di stili diversi quando ci si aspetta un testo omogeneo (succede soprattutto con i testi scritti a più mani o con i copia/incolla non adeguati al testo)
- Citazioni senza fonte o senza nemmeno la dicitura: “citazione”
- Dati non aggiornati (problema presente su molti siti web, per esempio), o magari frutto di una frettolosa ricerca sul web o di un documento non più attuale
- Tecnicismi e termini inglesi non necessari, che confondono invece di chiarire i concetti
- Eccessiva vaghezza nel descrizvere un progetto o un prodotto (magari per tutelare un’idea nuova, ma il lettore capirà abbastanza da voler approfondire?)
- Paroloni difficili o termini poco usati, più che impressionare fanno una cattiva impressione
- Termini standard, luoghi comuni, frasi fatte, parole che non sono funzionali al testo (usate come decorazioni o altro)
- Concetti dati per scontati o sottintesi (più che creare complicità con il lettore lo indispongono)
- Tutti gli abusi di ‘ese’: tecnichese, legalese, burocratese e chi più ne ha più ne metta, il testo perde di leggibilità per tutti e diventa proprio astruso per i non addetti.
Sicuramente ci sono ancora elementi da aggiungere alla lista, accetto contributi…
p.s. la protagonista del romanzo di Basso lavora nell’editoria, ma la storia non c’entra con questo post 😉